Pechino 2022, gli USA pensano al boicottaggio delle Olimpiadi

Pechino 2022, gli USA pensano al boicottaggio delle Olimpiadi

Il boicottaggio delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Pechino 2022 è più di una semplice suggestione. E gli Stati Uniti d’America sarebbero pronti a ritirare la propria partecipazione.

USA potrebbe dire no a Pechino 2022

Come vi abbiamo raccontato tempo fa, cancellare i prossimi Giochi invernali che si terranno in Cina significherebbe porre una svolta importante a livello internazionale per combattere le continue e note violazione dei diritti umani perpetrate all’interno del Paese asiatico. Al momento, però, non ci sono state evoluzioni significative nel bloccare la manifestazione olimpica, sebbene qualcuno ha deciso di provare a dare una scossa alla vicenda.

Stiamo parlando di Ned Prince, portavoce del dipartimento di Stato, che qualche giorno fa ha espresso un parere favorevole a un boicottaggio delle Olimpiadi di Pechino 2022: “È qualcosa di di cui certamente vogliamo discutere – ha detto ai giornalisti il 7 aprile 2021 -. Un approccio coordinato sarebbe non solo nel nostro interesse ma anche in quello dei nostri alleati e partner”. Queste dichiarazioni sono arrivate dopo che l’amministrazione Biden ha formalmente accusato la Cina di genocidio degli uiguri.

Tuttavia, il Comitato Olimpico e Paralimpico statunitense ha ribadito la proprio opposizione a qualsivoglia boicottaggio. Secondo la presidente del comitato, Susanne Lyons, “sarebbe una decisione che colpisce gli atleti senza risolvere effettivamente alcun problema globale”.

Stati uniti d'america potrebbero boicottare olimpiadi pechino 2022

Pechino 2022, le “Olimpiadi del Genocidio”

Comunque, la necessità di sollevare un dibattito politico, culturale e sociale internazionale circa la necessità di boicottare Pechino 2022 è assolutamente chiara ed evidente. All’interno del discorso, qualche giorno fa, si è inserito anche l’opinionista del New York Times Nicholas Kristof, che in un suo recente pezzo si è riferito ai prossimi Giochi invernali con l’appellativo “le Olimpiadi del Genocidio“, sebbene comunque l’articolista propende per un compromesso: “Gli atleti dovrebbero partecipare e la televisione dovrebbe trasmettere la competizione, ma i funzionari governativi e le società dovrebbero starne fuori. E spero che gli atleti a Pechino useranno ogni opportunità per richiamare l’attenzione sulla repressione nello Xinjiang o altrove”.

Nella sua conclusione, Kristof aggiunge che “le Olimpiadi ci danno forza. Invece di buttarle via, facciamo in modo che il presidente Xi abbia paura ogni giorno di come potremmo usarle”.

Articolo di Angelo Andrea Vegliante