un mese di SCIOPERO DELLA FAME a New York

un mese di SCIOPERO DELLA FAME a New York

21 marzo 2012: prosegue a New York lo sciopero della fame ad oltranza di tre tibetani che hanno iniziato la loro protesta il 22 febbraio. E che intendono continuarla fino a quando le Nazioni Unite non risponderanno alle loro richieste.

i tre digiunatori sono il Venerabile Shingza Rinpoche, 32 anni – un lama di alto rango che da tempo si batte per la libertà del Tibet, Dorjee Gyalpo, 59 anni, e Yeshi Tenzing, 39 anni, entrambi attivisti del Tibetan Youth Congress, il movimento che ha organizzato il digiuno.

I tre tibetani chiedono alle Nazioni Unite di inviare immediatamente in Tibet una delegazione che accerti la reale situazione del paese; di esercitare pressioni sulla Cina affinché ponga fine allo stato di legge marziale di fatto esistente; di chiedere a Pechino di consentire ai media internazionali di verificare e riferire sulle atrocità in atto; di chiedere alla Cina il rilascio di tutti i prigionieri politici, infine, di porre fine alle cosiddette campagne di ri-educazione patriottica.

Un chiaro appello è anche rivolto “ai leader e ai governi di tutto il mondo affinché intervengano con il massimo impegno presso la leadership cinese chiedendo la cessazione del genocidio in atto in Tibet”.

Le condizioni fisiche dei tre digiunatori si vanno rapidamente logorando. Shingza Rinpoche e Yeshi Tenzin sono ormai molto deboli. Mentre Dorjee Gyalpo, è appena stato ricoverato in Ospedale vista la criticità delle sue condizioni ma continua a rifiutare il cibo ed è sottoposto ad alimentazione forzata tramite flebo.

Il 10 marzo una marea di persone, di cui almeno 4000 Tibetani, provenienti da tutti gli Stati Uniti d’America, ha manifestato in commemorazione dell’occupazione di Lhasa, alla presenza dei tre digiunatori che hanno partecipato sulle loro sedie a rotelle. Nei discorsi alla folla si sono alternati Lobsang Nyantak (rappresentante dell’Amministrazione Tibetana in Esilio per USA e Canada, che ha letto il discorso del nuovo Kalon Tripa Lobsang Sangay), lo stesso digiunatore  Shingza Rinpoche, Tsewang Ringzin (Presidente del Tibetan Youth Congress) lo scrittore e attivista Jamyan Norbu, il poeta Tenzin Tsundue e Lhamo Tso (moglie del film maker Dhondup Wangchen arrestato e condannato nel 2009 a sei anni di carcere per aver girato e prodotto il documentario “Leaving Fear Behind”).

il 22 marzo – dopo 30 giorni – lo sciopero della fame è stato concluso …

E’ stata consegnata da Richard Bernet (Representative of Human Right) una lettera ai due scioperanti e offerto (simbolicamente) un bicchiere di succo di frutta. La lettera, a firma di United Nations High Commission for Human Right, contiene  l’impegno a investigare sui fatti e sostenere la causa del Tibet.

L’imbarazzo del latore era tangibile. L’esprressione del Ven Shingza Rimpoche, penso, vaelsse più di mille parole. E, soprattutto la frase – rotta dalle lacrime – di Yeshi Tenzin: “Before I drink this, I have a request. Please, support us” … Come non fosse, esattamente, scontato che potesse avvenire. E poi Tsewang Rigzin (prsidente del Tibetan Yout Congress) chiede “una foto?” e la risposta di Richard Bernet “I tinnk that this, probaly, in enough” fa gelare il sangue. Come il suo aggrapparsi alle khata che gli sono state offerte, pronto a liberarsene, appena “girato l’angolo”. Fors, per Dorjee Gyalpo, è stato meglio essere in Ospedale.

Adesso il percorso che resta, dopo questa innegabile e simbolica vittoria – sebbene  “a denti stretti” – è tutto aperto e tutto in salita …

http://www.youtube.com/watch?v=Qv8u2xFZ8hc&feature=share