Agnes Chow, rilasciata su cauzione l’attivista pro-democrazia di Hong Kong: cos’è successo?

agnes chow al momento dell'arresto a hong kong

Agnes Chow, rilasciata su cauzione l’attivista pro-democrazia di Hong Kong: cos’è successo?

Agnes Chow, la co-fondatrice del gruppo pro-democrazia Demosisto di Hong Kong, sciolto dopo la promulgazione della nuova legge sulla sicurezza promossa dalla Cina, è stata rilasciata su cauzione l’11 agosto 2020. Secondo fonti locali, l’attivista sarebbe stata vista uscire dalla stazione di polizia di Tai Po. Cerchiamo di capire come mai era stata arrestata e con quali accuse.

Agnes Chow e la condanna retroattiva della legge sulla sicurezza nazionale

L’arresto e la successiva condanna di Agnes Chow sono stati possibili grazie a una validità retroattiva della nuova legge sulla sicurezza nazionale. Di fatto, com’è stato confermato anche dal suo account Facebook, l’attivista “è stata arrestata per ‘incitamento alla secessione’ ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale” (Open).

A causa di ciò, quindi, la 23enne Agnes Chow era stata condannata dalla Corte di West Kowloon lo scorso 5 agosto con l’accusa principale di aver incitato i disordini dei manifestati nell’assedio di 15 ore del quartier generale della polizia di Wan Chai avvenuto il 21 giugno 2019 (all’epoca si parlava della legge sull’estradizione), come riporta South China Morning Post.

Come se non bastasse, la stessa Chow si è formalmente dichiarata colpevole di aver istigato e partecipato a quella manifestazione non autorizzata, aggravando così la propria posizione. Secondo l’attivista, però, questa decisione teneva conto della sua fedina penale pulita, che poteva salvarla da ingenti punizioni – anche se si era detta pronta a scontare mesi in prigione.

Più nel dettaglio, come riporta Repubblica, tra le accuse rivolte a Chow ci sono la sospetta collisione con le forze straniere e alcuni messaggi pubblicati sui propri social dopo l’entrata in vigore della legge (che appaiono come semplici post di incitamento di supporto alla causa di Hong Kong). Tra i condannati figurano anche Joshua Wong e Ivan Lam, che però si sono dichiarati non colpevoli.

Prima dell’udienza, Chow aveva rilasciato alcuni messaggi di speranza ai suoi sostenitori: “Sotto questo forte senso di paura della legge sulla sicurezza nazionale, è ancora più importante per noi hongkonghesi non arrendersi e continuare a credere nei valori universali della democrazia e della libertà” (South China Morning Post).

Hong Kong: confermato attuale esecutivo per un altro anno

Intanto Hong Kong si vede negare ancora una volta la possibilità di elezioni democratiche. Il Parlamento cinese, infatti, ha stabilito che il Consiglio legislativo locale in carica resterà in carino almeno un altro anno.

Ufficialmente, il rinvio è stato deciso per due motivi: ragioni sanitarie, a causa della ripresa della pandemia da Coronavirus; vuoto normativo che si sarebbe venuto a creare a fine mese con la scadenza del regolare mandato di 4 anni. Secondo l’opposizione democratica, però, si tratta di una scelta ponderata per evitare una disfatta alle urne del governo di Carrie Lam.

Articolo di Angelo Andrea Vegliante