Liu Xiaobo, Premio Nobel per la pace, ha un tumore al fegato

Liu Xiaobo Premio Nobel

Liu Xiaobo, Premio Nobel per la pace, ha un tumore al fegato

Il dissidente cinese Liu Xiaobo, in carcere dal 2008, è stato visitato da due medici internazionali

Liu Xiaobo, Premio Nobel cinese per la Pace nel 2010, è stato scarcerato nel mese di Giugno 2017 in quanto affetto da un cancro al fegato. Due medici internazionali di origine tedesca e americana, sono riusciti a visitarlo ed hanno confermato la natura del male. Gli stessi affermano che le condizioni sono molto gravi, ma sarebbe possibile un trasferimento all’estero per maggiori cure e attenzioni al paziente ormai in stato terminale. Non ci sono ostacoli medici o terapeutici che possano impedire a Xiaobo di proseguire i trattamenti in un Paese ospite, mediante un opportuno e fattibile trasporto medico, senza controindicazioni.

Liu Xiaobo, Premio Nobel per la pace nel 2010, è stato insignito di tale onorificenza per il suo impegno nella tutela dei diritti umani nel suo Paese, la Cina.

Va ricordato che nel 2008, in occasione dei 60 anni dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo del 1948, Liu Xiaobo ha pubblicato il manifesto Charta 08 al quale hanno aderito circa 10.000 cittadini cinesi appartenenti ad ogni estrazione e classe sociale. Il suo impegno come docente, critico letterario e autore di libri è stato in quell’anno bruscamente interrotto dalle autorità cinesi, che solo nel 2009 hanno dato il via ad un processo nei suoi confronti con l’accusa di incitamento alla sovversione. Charta 08 richiama il manifesto cecoslovacco Charta 77 sottoscritto dai dissidenti di quello Stato nel 1977, ed è stato firmato inizialmente da circa 300 personalità cinesi.

La pena inflitta a Liu Xiaobo è stata comminata in soli due giorni di processo e confermata in appello meno di due mesi dopo e avrebbe dovuto scontare 11 anni di carcere.

AREF Onlus sostiene i valori e i principi dei diritti umani e partecipa alle opere di tutela delle libertà in Tibet, aiutando le popolazioni, i dissidenti, i monaci e soprattutto i bambini profughi e bisognosi di cure ed alimenti. Si può destinare il 5X1000 ad AREF International o decidere di aderire ad un SAD – Sostegno a distanza.

Fonti: ANSA – La Repubblica – TGCom24

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