Tibetan Supporters

Dei tanti eventi a favore di un Tibet Libero cui Aref International ha partecipato o che ha promossi, alcuni hanno prodotto emozioni particolarmente intense. O per l’importanza dell’evento stesso o per il carattere e il cuore delle persone coinvolte. Queste immagini ne rappresentano la memoria.


In concomitanza con i Giochi Olimpici di Torino 2006 è inizato lo sciopero della fame di: Sonam Wangdue, esponente del Tibetan Youth Congress di Dharamsala, Tamding Choephel, vicepresidente della Comunità tibetana in Italia e il settantacinquenne Lama Palden Gyatso, ex prigioniero politico tibetano, detenuto per ben 33 anni nelle carceri cinesi, per reati di “religione” e autore del libero “Tibet. Il fuoco sotto la neve”. Lo sciopero della fame è stato “interrotto” il 27 febbraio, dopo 14 giorni.


I Giochi Olimpici del 2008, assegnati a Pechino – nonostante la palese disattenzioe di tutti gli impegni presi con CIO, al momento dell’assegnazione – ha suscitato rabbia e indignazione. Il 10 marzo 2008, 49° anniversario dell’insurrezione del popolo Tibetano, è stata ovunque una giornata di molteplici manifestazioni. A Roma, dopo un sit-in di fronte all’Ambasciata Cinese, la protesta è continuata di fronte alla sede del CONI e nel corteo fiaccolata a piazza Navona fino alla sede dell’ONU. Alto significato ha avuto l’arrivo a Roma della Fiaccola “simbolica” partita da Atene per raggiungere, toccando 50 capitali, il confine del Tibet occupato, nella data di apertura dei Giochi Olimpici. Tra gli altri eventi del mesi successivi, di sostegno della causa del Tibet, si inserisce anche la mostra fotografica presso la Provincia di Roma


La Fiaccola “simbolica” è arrivata a Dharamsala il 3 agosto, a 6 giorni dall’inizio dei Giochi Olimpici di Pechino. E’ passata di mano in mano. Portata dai tedofori, attivisti Tibetani fino ad essere accolta dalle centinaia di bambini del Tibetan Children Village. In un esplosione di entusiasmo, speranze, attenzione commossa e … legittima rabbia.


La mia permanenza a Dharamsala, nell’agosto 2008, è stata anche l’occasione di incontrare molti giovani attivisti Tibetani che hanno centuplicato – in questo anno così particolare – tutto il loro impegno e la forza delle loro azioni. Le interviste rilasciate sono una testimonianza forte della tenacia e resilienza di questo popolo e dell’inestinguibile legame con il proprio paese, dopo 50 anni di esilio.


Le giornate a ridosso dell’apertura dei Giochi Olimpici di Pechino sono stati un susseguirsi di marce, di “vigil candle”, di conferenze e di manifestazioni. Una moltitudinie incredibile di persone. Migliaia di sostenitori dell’Autonomia per il Tibet, di attivisti incrollabili per una piena Indipendenza, cittadini, monaci, persone anziane, bambini, visitatori di paesi esteri. Tutti diversi e tutti uguali nel condividere un medesimo desiderio. Ogni azione è stata organizzata dai componenti delle diverse Associazioni politiche locali, con stupefacente tempismo ed efficienza. Sono state distribuite migliaia di candele, fasce, slogan, bandiere e cartelli. Sono stati affissi e utilizzati per le marce striscioni di grande formato, esaustivi nelle immagini crude e automaticamente coinvolgenti. Cuore propulsivo di ogni evento – organizzato con stupefacente tempismo ed efficienza – è stato il Namgyal Temple. Di fronte alla residenza del Dalai Lama e luogo di tutti i Suoi insegnamenti …


Il culmine degli eventi è stata la giornata di apertura dei Giochi Olimpici. Un 8 Agosto di vergogna e di sangue. Scandito dai passi delle marce, dalla luce delle candele e dal “silenzioso urlo” dei simboli più toccanti: fasce a imprigionare la voce del diritto e pugni chiusi, volti a un triplice progetto: “Rise Up. Resist. Return”. Inutile dire quanto sia stata forte l’emozione, per ciascuno dei Rappresentanti dei molti Paesi esteri presenti, nel lasciare la traccia della propria voce – usando ciascuno la propria lingua – alle luce delle candele, tra i monaci riverenti, le centinaia di persone sedute in terra, con il Tempio alle proprie spalle e la residenza del Dalai Lama di fronte agli occhi …


La voce (forte) di due Band per il Tibet: gli “Om Buds” di Bangalore e i “JJI Exile Brothers” di Dharamsala


Delhi, dal 22 al 24 agosto, è stata un’esperienza drammatica e ricca. Piena di contrasti nei fatti e nelle emozioni. Iniziate di fronte all’Amasciata Cinese, interamente avvolta da una spirale di filo spinato. Irragiungibile, infotrografabile, ridicola e spocchiosa. Che si prepara a fronteggiare, in assetto da guerra, un’imminente manifestazione di uno sparuto gruppo di Tibetani (una trentina). Con i militari armati che pretendono la consegna della memory card della mia Nikon (senza accorgersi nemmeno della tempestiva sostitituzione di quella usata con una vuota …). E in fibrillazione piena per lo sciopero della Fame, in corso a Jantar Mantar. I digiunatori si sono alternati in tre Gruppi successivi di 6 persone. Che senza cibo e senza acqua per periodi di 8 giorni, hanno guardato “oltre”. Alla Libertà – possibile – per il proprio Paese. Nei due gruppi precedenti ci sono stati monaci, uomini e donne. Di ogni età e provenienti da differenti Settlement e parti dell’India. Conosco, uno per uno i 6 digiunatori del “III Batch”: Tashi Gyatmso, un monaco giovane e imponente, che rifiutando il letto, passa quasi tutto il tempo su una sedia di fronte alla tenda, con gli occhi alla folla seduta in terra. Jampa Kelsang, al suo secondo sciopero della fame, presente a due “March to Tibet”. Tsering Tashi che cancella i suoi 21 anni con una una consapevolezza da uomo e che ha già partecipato con incrollabile determinazione a tante azioni di protesta. Nawang Samten, un giovane monaco riservato, anche lui al secondo sciopero della fame e reduce dall’ultima “March al Tibet”. Ma due di loro mi colpiscono in modo quasi ipnotico: Thupten Tsewang, un monaco che sfiora appena i 20 anni, il cui sorriso sommesso e interminabile mi segue ancora. E il più anziano di tutti i 18 digiunatori, Dhondup Tsering, 63 anni di ossa e determinazione. Veterano nella lotta per il suo Paese. Dhondup, senza più un filo di voce per la disidratazione, metterà il suo pugno alzato come unica arma contro l’esagerato numero di poliziotti che lo trascineranno via a forza al Ram Manohar Lohia Hospital, per mettere fine a questo sciopero. Che resta, comunque, un monito e un impegno morale per tutti a non abbassare la guardia. Specie adesso che i Giochi Olimpici sono finiti …


Tre giorni intensivi di lavori a Gurgaon (Delhi): lo Special International Tibet Support Groups Meeting (29/11-01/12). Tantissimi i partecipanti dei TSG (e Governativi) che producono, al termine, un Report di analisi e raccomandazioni. Partendo dal “Memorandum of Genuine Autonomy” reso pubblico dal Dalai Lama, viene però stressata l’importanza di un approggio strategico affinchè le richieste al Governo di Pechino possano avere risposte accettabili e soddisfacenti.


Conferenza stampa a Montecitorio con Tenzin Tsundue, General Secretary di “Friends of Tibet” e di Chime Youngdung (Presidente del National Democratic party of Tibet)


10 Marzo 2009: nello stesso giorno, una anno fa, i tibetani esasperati dai continui soprusi e dalla negazione di ogni fondamentale libertà, sono insorti a Lhasa e in tutto il Tibet. La risposta del Governo di Pechino è stata, come al solito, brutale: centinaia di morti e, ad oggi, oltre 8.000 arresti. Con l’intero Tibet nella morsa di una legge marziale di fatto e il Paese addirittura chiuso al turismo. Da questi fatti la motivazione del logo – “TIBET. ORA PIU’ CHE MAI” – e degli eventi che, a Roma, lo hanno sostenuto: Maratona oratoria di fronte a Montecitorio e Fiaccolata verso il Colosseo.


“Il Futuro del Tibet”: una mostra dal 24 aprile al 10 maggio realizzata a Torino nella la sede dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza di Dolma Gyari (Vice-Presidente del Parlamento Tibetano in esilio), di Maria Cristina Spinosa (Consigliere Regionale del Piemonte e Coordinatrice dell’Associazione Comuni, Province, Regioni per il Tibet) e di Giulio Manfredi, Vicepresidente Comitato Nazionale Radicali Italiani). Le foto dell’Associazione AREF (scattate da Marilia Bellaterra e Giovanni Vuono) ritraggono bambini tibetani in Tibet, Lhadak e in terra d’esilio.


Dolma Gyary, Vice-Presidente del Parlamento Tibetano in esilio, ospite a Salemi nominata dal Sindaco Vittorio Sgarbi e dall’Assessore Oliviero Toscani, prima “capitale d’Italia Tibetana”.


Pempa Tsering (Speaker del Parlamento Tibetano in Esilio), con Tseten Choekhappa (Rappresentante del Dalai Lama per l’Europa) in una pausa degli incontri politici a Roma. E Kasur Tashi Wangdi (Former Home Minister, Rappresentante del Dalai Lama per l’Europa) a Bruxelles, al Concerto “Rock for Tibet”


Sapevo che li avrei incontrati di nuovo. Volevo farlo e, penso, lo volessero anche loro … Il più giovane e il più anziano dei “digiunatori” dello scorso agosto a Delhi, con cui era nato un legame speciale. Così li ho invitati, come ospiti d’onore, a Mundgod. E loro, senza esitazione, sono arrivati da Bylakuppe, in treno. Hanno partecipato alla giornata dell’incontro tra 40 bambini e 40 anziani ospiti della Old People House e hanno condiviso con loro le loro esperienze e le motivazioni che li hanno accompagnati. Unendosi agli Hunger Strikers dello sciopero del 2007. Anche loro invitati al mio compleanno. Ques’tanno davvero “speciale” …


Ogni anno, tornare a Dharamsala è come tornare a casa. Con tanti amici, anche istituzionali, con i quali i fili del legame non si sciolgono mai, nonostante la distanza.


Rebya Kadeer, la “querriera gentile” in visita a Roma. Una donna – dissidente – in lotta contro il regime Cinese.


Free Tibet World Tour: 22 Paesi e 8 mesi di viaggio in moto per Lhakpa Ghaele. E’ partito da New York il 10 marzo 2010 in solitaria, per dare il suo contributo, ad alto impatto mediatico, alla causa del suo Paese. Nel corso del suo passaggio a Roma ho trascorso con lui e con Geshe Gedun Tharchin due piacevolissime giornate. Culminate con un suo intervento alla Camera. Arriverà il 26 ottobre a Dharamsala. Con un bagaglio irripetibile di esperienze e con una grande bandiera del Tibet che ha sempre sventolato sulla sua moto e che è cosparsa di mille firme, di tutti quelli che lo hanno incontrato e seguito, idealmente, durante tutto il suo viaggio.


Un nuovo viaggio a Mundgod e Dharamsala. Due nuovi importanti progetti realizzati. E che proseguiranno, ampliandosi, anche in futuro.

Il primo è “THE QUEST“, una Rivista preparata da giovani monaci della Gaden Jangtse Thoesam Norling School di Mundgod. Ad oggi al suo secodo numero. Con la caratteristica “speciale” di contenere i pensieri di “giovani” Monaci che scelgono di riflettere su temi politici e sociali … Oltre al prezioso impegno dei diretti interessati e dei loro insegnanti, Tsering Wangdue ci è stato di grande aiuto negli acquisti tecnologici necessari. Come Sherab Woeser (Direttore del Tibetan Bullettin) che ha messo a nostra disposizione le sue competenze.

Il secondo progetto ha visto, sempre a Mundgod, l’incontro degli anziani ospiti della Old People’s House, nati in Tibet, con i bambini del Doeguling Tibetan Settlement, nati in Esilio. L’incontro è stato molto importante. Jamiang ha accolto come un regalo che le canzoni della sua Band (i JJI Exile Brothers), fossero colonna sonora del video che propone una sintesi della giornata. Tenzin Takhla, portavoce del Dalai Lama (Deputy Secretary to His Holiness) e Chhime Rigzing Chhoekyapa, Segretario particolare del Dalai Lama, hanno avuto ampie ragioni per accogliere con grande piacere sia la Rivista che il Video, offerti a Sua Santità in dono.