La politica di Trump e l’invito del Dalai Lama alla distensione

La politica di Trump e l’invito del Dalai Lama alla distensione

Il Dalai Lama ricorda l’amicizia fra gli USA e il Tibet e invita il Presidente Donald Trump ad una distensione con la Russia di Putin

In una nota dell’Agenzia Associated Press viene riportato l’augurio che Sua Santità il Dalai Lama rivolge si alla politica di Trump, neo eletto presidente degli Stati Uniti affermando la necessità della fine dell’uso delle armi nelle relazioni internazionali. Auspica che, nella politica di Trump, il XXI secolo possa e debba essere l’era del dialogo e della distensione, anche fra gli USA e la Russia di Vladimir Putin, in cui un nuovo rapporto di amicizia potrà portare frutti e speranze per la pace nel mondo. L’invito al confronto pacifico fra i due leader carismatici può condurre verso la strada della compassione e della non violenza come principi per un mondo migliore. Il Dalai Lama sottolinea allo stesso tempo l’importanza per le Nazioni anche di avere dei leader donna, maggiormente orientate verso una sensibilità al confronto e più in linea con soluzioni di Pace.  Allo stesso tempo, un alto rappresentante del movimento Tibetano ricorda la grande e storica amicizia fra gli USA e il Tibet e il fruttuoso rapporto intercorso con l’amministrazione Obama, che resterà tale anche con la nuova politica di Trump se rimarrà in linea con la tradizionale leadership delle Nazioni libere perseguita da sempre dagli Stati.

L’amministrazione Trump e le relazioni con la Cina

Secondo le osservazioni del dissidente cinese Wei Jingsheng, riportate su AsiaNews, è in corso una radicale modifica delle relazioni istituzionali e commerciali fra gli Stati Uniti e la Cina ad opera della nuova politica di Trump. Sinora il rapporto si era mantenuto su degli scambi a senso unico in cui l’economia americana poteva e doveva tollerare l’invasione dei prodotti cinesi nel suo mercato interno a favore del capitalismo sia statunitense che cinese ma a evidente discapito della classe lavoratrice, che ha subito pesanti conseguenze in termini di possibilità lavorative e di sviluppo di nuovi prodotti interni. Mentre da parte cinese si mantiene da anni un blocco verso le importazioni di prodotti USA nella sua economia interna costituendo una situazione di fatto che è basata sul libero scambio a senso unico. La politica di Trump vuole porre riparo a questo rapporto commerciale e porre in essere un scambio equo e più paritario. In questa ottica appare chiaro l’alleggerimento delle storiche tensioni con la Russia di Putin e la creazione di un obiettivo che guarda a nuove alleanze nello scacchiere asiatico, in primis con le nazioni del Sud Est e con l’India. Wei Jingsheng parla di un’effettiva guerra commerciale fra le due potenze in cui appare evidente anche alla Cina che Trump non sarà duro solo a parole ma darà seguito alle sue promesse elettorali. Lo scenario che si prevede è oscuro in quanto gli attori di questo scontro potrebbero decidere di passare dalla diplomazia all’azione. Quali gli sviluppi? Perché accettare le nuove regole di equo commercio internazionale potrebbero portare la Cina a rispondere con interventi militari alla nuova politica di Trump.

Fonti: www.asianews.it – it.sputniknews.com – www.phayul.com