Marijuana e Cina: un binomio illegale, ma che ben presto potrebbe generare enormi profitti

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Marijuana e Cina: un binomio illegale, ma che ben presto potrebbe generare enormi profitti

L’uso della marijuana in Cina è illegale, ma secondo diversi esperti (Asia News), ne verrà legalizzato l’utilizzo entro uno o due anni. La situazione, però, è più intricata che mai. Perché è vero che la legislazione locale ne proibisce la crescita e l’uso, ma la metà dei brevetti mondiali sull’utilizzo della canapa sono di proprietà cinese. Più in particolare, su oltre 600 brevetti, 309 sono cinesi, e sono legati alla produzioni di cibi, tessuti e cannabiodiolo (elemento usato nella medicina come analgesico).

Marijuana, un florido commercio all’orizzonte?

Entro 10 anni, il consumo della droga toccherà i 60 miliardi di dollari, il 33% per uso medico. E il centro nevralgico del commercio illegale è l’Asia, e la Cina è la nazione protagonista. Nonostante i diversi divieti imposti dal governo, nella medicina la marijuana è usata per lenire problemi legati al Parkinson, alla sclerosi multipla e al cancro.

Posizioni contrastanti

Di fatto, i pensieri mondiali riguardo l’utilizzo della marijuana sono stati ben espressi durante un incontro internazionale del 1° novembre tra più di 200 investitori mondiali di cannabis. Durante il simposio, si è discussa la possibilità di collaborare nei mercati dove la droga è stata già legalizzata. Sual Kaye, fondatore di una ditta israeliana per la cannabis, ha sostenuto che “la marijuana non è una droga. È una grande medicina ed è naturale” (Asia News).

Di contro, il professor William Chui Chun-ming, della Società dei farmacisti ospedalieri, ha sottolineato che, anche se la cannabis è una medicina naturale, “non significa che essa non è pericolosa. Sebbene possa dare sollievo al dolore e alle ansie, produce una serie di effetti negativi, quali un incremento del battito cardiaco e problemi al cervello. E dà dipendenza” (Asia News).

agopuntura-marijuana-cina-commercio illegale-medicina-medicina tradizionale-aref international onlusMarijuana e Cina: tutto parte dalla medicina tradizionale

L’uso della cannabis è strettamente correlato con la medicina tradizionale cinese, ritenuta ancora oggi il sistema medico più antico del mondo non convenzionale. Già ai suoi inizi, la pianta della canapa è stata annoverata tra le 50 erbe mediche fondamentali per trattare sintomatologie di varia natura. Inoltre, la storia riferisce che la cannabis fu utilizzata anche dall’imperatore Shen Nung, appassionato di farmacologia e ricordato come “L’imperatore dei 5 cereali“, per aver dato i natali all’agricoltura cinese.

Invece, se vogliamo una testimonianza scritta sull’uso della cannabis, dobbiamo andare indietro fino al I secolo d.C., quando venne redatto il Pen Ts’ao Ching, uno dei trattati medici più antichi nel mondo. In questo testo, l’utilizzo della canapa è consigliato per oltre 100 disturbi di salute, come malaria, reumatismi e gotta. Inoltre, nel 200 d.C., il chirurgo Hua Tuo provò la cannabis come anestetico in combinazione con l’agopuntura.

Apertura cinese verso la legalizzazione?

Oggi, in Cina, la marijuana è considerata una droga a tutti gli effetti. Ci sono stati anche casi di condanne a morte per persone che ne hanno trafficato diverse quantità in giro per il paese. Un commercio illegale nato grazie all’apertura dei confini negli anni Ottanta e che ha portato a considerare l’utilizzo delle sostanze stupefacenti come malattia da curare.

Nonostante questo, silenziosamente, la Repubblica cinese sta lavorando sulla diffusione legale della marijuana. Secondo un’inchiesta del 2017 del South China Morning Post, la Cina è già uno dei maggiori produttori di cannabis al mondo. Questo perché ha avviato una regolamentazione della coltivazione in alcune aree. Previa la richiesta di un’apposita licenza, la coltura della cannabis è permessa nell’Heilongjiang, nel nordest cinese al confine con la Russia e nella provincia meridionale dello Yunnan.

Com’è possibile? Grazie a un piccolo cavillo. Di fatto, le autorità governative chiudono un occhio di fronte alle colture con un basso contenuto di THC (Delta-9-tetraidrocannabinolo), uno dei più noti principi attivi della cannabis e una sostanza psicotropa prodotta dai fiori di cannabis. Che tutto ciò sia il preludio alla nascita del commercio asiatico legale di marijuana?

Articolo di Angelo Andrea Vegliante