La pesante (e necessaria) eredità che Gino Strada ci sta donando

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La pesante (e necessaria) eredità che Gino Strada ci sta donando

Era definito un pacifista utopista, sebbene Gino Strada si è sempre riconosciuto solamente nella seconda definizione. Perché l’utopia – oggi tanto criticata come spinta irrazionale verso un qualcosa che mai accadrà – è stata il motore propulsivo delle iniziative del lombardo, in grado di dare vita a una creatura (Emergency) capace di ridefinire il concetto di attivismo e aiuto umanitario. E ora siamo chiamati moralmente, eticamente e umanamente a farci carico di tutto questo.

Gino Strada: quando l’utopia è un valore aggiunto

I sognatori sociali, coloro che sperano sempre di poter cambiare il mondo (o una parte di esso), vengono spesso guardati in maniera schiva. Chissà se lo stesso Gino Strada ha mai ricevuto sguardi di sdegno da chiunque sia stato contrario ai suoi principi e ai suoi ideali, se ci sia mai stato qualcuno che lo abbia preso per folle.

“Un pacifista utopista io? Utopista va bene: secoli fa, era utopia abolire la schiavitù – dichiarò in un’intervista al Corriere della Sera nel 2019 -. Pacifista, no: lo sono anche i parlamentari che poi votano per le guerre”. Mai banale nelle sue dichiarazioni, sempre critico con qualsiasi governo italiano (di qualsivoglia colore) che abbia portato avanti guerre e incentivato gli armamenti, in questa vita Gino Strada ha incarnato la sostanza di chi, nel proprio piccolo, vorrebbe cambiare le cose. Perché sì, il fare è possibile, è utopistico: ma non vuol dire che sia irrealizzabile. Strada n’è stato l’esempio.

“Un caso che non dimentico? Un ragazzino, Soran, operato in Iraq – raccontò sempre al CdS -. Aveva una gamba amputata da una mina. Qualche anno fa è venuto a trovarmi. Fa l’avvocato”. Immagini e sensazioni di un uomo che non ha fatto altre che appellarsi per tutta la vita alla propria umanità in soccorso degli altri. Ha portato avanti la sua esistenza come un semplice essere umano, richiamando a sé i principi morali ed etici che ci rendono umani.

“Se uno di noi, uno qualsiasi di noi esseri umani, sta in questo momento soffrendo come un cane, è malato o ha fame, è cosa che ci riguarda tutti. Ci deve riguardare tutti, perché ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi”: è questa una delle citazioni più note del fondatore di Emergency. Da qui trasuda tutto il senso dell’eredità che Gino Strada ci lascia, e a cui noi tutti siamo chiamati a rispondere presente, con responsabilità e tenacia.

Gino Strada ci dona l’eredità più pesante e importante di tutte: essere la versione migliore di noi stessi, se desideriamo veramente cambiare il mondo. Non si tratta di retorica, ma di fare, di “essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo”. Per qualcuno sarà enfasi spicciola, eppure Gino Strada ha ampiamente dimostrato che, se fai, muovi la macchina che cambierà il mondo. Anche se sei solo un essere umano.

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Articolo di Angelo Andrea Vegliante

Fonte foto di copertina: pagina Facebook Gino Strada