Riapertura scuole in Tibet: nuove e stringenti regole sulla lingua tibetana

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Riapertura scuole in Tibet: nuove e stringenti regole sulla lingua tibetana

Con la riapertura delle scuole in Tibet, la lingua tibetana è di nuovo sotto assedio da parte delle politiche restrittive perpetrate dalla Cina. In particolare, gli ultimi aggiornamenti riportano un’ulteriore riduzione dello studio della lingua locale e di nuove ostruzioni alla possibilità di iscrivere i bambini tibetani nelle scuole tibetane, caratterizzando così una scenario di perdita culturale devastante.

Riapertura scuole in Tibet: cosa sta succedendo?

Secondo quanto riportato da Radio Free Asia, la situazione è abbastanza grave e riafferma un contesto difficoltoso per la stessa sopravvivenza della lingua tibetana.

A essere nuovamente protagonista è la contea del Qinghai, che già era stata protagonista della riduzione dello studio della lingua tibetana. Adesso, con la riapertura delle scuole in tempo di Covid, la situazione sta drammaticamente peggiorando.

Ad esempio, le scuole primarie locali sono state chiuse per ordine del Governo cinese, mentre i bambini sono stati costretti a entrare in collegi cinesi, lontani dalla propria casa e contro la propria volontà.

Una fonte anonima ha riportato a RFA che “i genitori tibetani hanno fatto appello alle autorità cinese affinché non separino i loro figli dalla propria famiglia, mandandoli appunto in scuole di altre regioni”. Com’era prevedibile, però, nessuno ha dato loro ascolto, e così è scattata una protesta dei genitori che, però, è stata repressa dalle stesse Forze dell’Ordine. “Diversi bambini che erano alla protesta – continua la fonte anonima – erano così spaventati che sono svenuti”.

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Riapertura scuole: la forza della legge etnica contro la lingua tibetana

Oltre a ciò, in Themchen (Quinghai) sono stati registrati anche casi di fusioni delle scuole, costringendo di fatto gli studenti tibetani a seguire lezioni solo nella lingua cinese.

Questa dinamica è stata resa possibile anche grazie alla famosa legge sull’unità etnica, che permette alle autorità di prendere decisioni dirette sulle modalità d’istruzione, e quindi decidere anche sullo svolgimento o meno dello studio della lingua tibetana.

“La lingua tibetana è ora l’unica materia insegnata in tibetano – specifica ancora la fonte -, lasciando il mandarino come mezzo di insegnamento per tutte le altre materie insegnate a scuola”.

Uno scenario che si aggrava ancora di più con la storia delle scuole miste, che generano enorme preoccupazione: “In precedenza i genitori tibetani avevano la possibilità di mandare i loro figli a una scuola di lingua tibetana o di lingua cinese, e i tibetani avrebbero mandato i loro figli alle scuole tibetane”. Ma ora non sembra che non sia più possibile decidere.

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Articolo di Angelo Andrea Vegliante